Il Khanato dell’Orda d’Oro in Russia dopo la morte di Gengis Khan

orda_d_oro

Il Khanato dell’Orda d’Oro in Russia dopo la morte di Gengis Khan

Il Khanato dell’Orda d’Oro (conosciuto anche come Khanato Kipchak) fu un regno turco-mongolo fiorito in Russia nei secoli XIII-XVI, fondato da Batu Khan, un nipote di Gengis Khan. L’Orda d’Oro fu uno dei quattro khanati in cui venne diviso l’Impero mongolo dopo la morte di Gengis Khan: gli altri furono l’Ilkhanato di Persia, il Khanato Chagatai nell’Asia Centrale e la Dinastia Yuan 元朝 (1271-1368) in Cina.

La divisione dell’Impero di Genghis Khan

Alla morte di Genghis Khan l’impero da lui costituito venne diviso tra i quattro figli. Djuci, il maggiore, era già morto ed anche la sua paternità venne messa in dubbio, così che a suo figlio Batu furono assegnate le terre più lontane tra quelle conquistate, il sud della Rutenia. Chagatai (secondo in linea di discendenza) era considerato una “testa calda” e ottenne l’Asia centrale ed il nord dell’Iran. Ogodei ottenne la Cina ed il titolo del padre, Gran Khan. Tolui, il più giovane, ricevette le terre natie dei mongoli.

La conquista della Russia

Batu cominciò ben presto ad espandere i territori da lui controllati e nel 1236 conquistò la Bulgaria del Volga. Dopo questa prima vittoria ebbe inizio, nel 1237, l’invasione della Russia. I Mongoli conquistarono rapidamente il controllo delle steppe, inglobando le locali popolazioni turche nel loro esercito. L’obiettivo principale era la Rus’ di Kiev che, anche se ormai in fase di declino, era comunque il maggiore Stato russo. Nel 1240 i Mongoli conquistarono e saccheggiarono Kiev ponendo fine alla sua prosperità. In breve tutti i principati russi che costituivano lo stato vennero conquistati, eccetto Novgorod che, governata da Alexander Nevsky, riconobbe la supremazia del Khan. A differenza delle steppe dell’Asia centrale, la Rutenia non venne incorporata nell’Orda d’Oro ma lasciata in uno stato di vassallaggio semi-indipendente, dietro pagamento di un tributo. L’Orda continuò a vedere la Rutenia come un’area periferica di minore interesse a patto che essa continuasse a pagare i tributi.

Invasione di Ungheria e Polonia

Durante la conquista della Russia, i Mongoli sconfissero e sottomisero le tribù dei Cumani, una popolazione turca stabilitasi a nord del Mar Nero. Alcuni Cumani però fuggirono e si rifugiarono nel Regno di Ungheria. Quando il Re di Ungheria Bela IV si rifiutò di consegnare i Cumani, Subutai, il comandante delle truppe mongole in Europa, preparò un piano per invadere l’Europa. Nel 1241 due armate principali al comando di Batu Khan e Subutai invasero l’Ungheria mentre un’armata più piccola invase la Polonia come diversivo per evitare che giungessero aiuti agli Ungheresi da nord. Dopo aver saccheggiato gran parte del territorio polacco, i Mongoli si scontrarono il 9 aprile con le forze polacche guidate da Enrico II il Pio, Duca di Slesia, nella Battaglia di Legnica: Enrico fu ucciso e le sue forze si dispersero mentre i Mongoli si diressero a sud per congiungersi con le altre armate. Appena due giorni dopo le armate del sud sconfissero gli Ungheresi nella Battaglia di Mohi, costringendo la famiglia reale a fuggire. Nonostante l’Ungheria non fosse ancora affatto pacificata, i Mongoli marciarono in direzione di Vienna, probabilmente con l’intenzione di invadere la Germania in inverno, ma proprio allora giunse a Batu Khan la notizia della morte del Gran Khan Ogedei. A questo punto l’invasione fu interrotta e Batu tornò in Mongolia per l’elezione. In seguito, l’Orda fu impegnata su altri fronti e così nessuno più pensò di tentare nuovamente una grande campagna per conquistare l’Europa occidentale.

La fondazione dell’Orda d’Oro

L’Orda d’Oro rappresentava la riunificazione di Orda Blu e Orda Bianca, rispettivamente i Khanati Imperiali dei territori occidentali l’uno e orientali l’altro, unificati ai territori centroasiatici nativi dei Mongoli.

Nel 1242 Batu stabilisce la sede dell’Orda a Saraj. Alla sua morte, nel 1255 il khanato viene ereditato dal figlio. L’Orda perde molto rapidamente la sua identità mongola. La maggior parte della sua popolazione è di origine turca, uzbeca ed altri popoli altaici. Rapidamente il nomadismo cede il passo alla sedentarizzazione e Saray diviene una grande e prospera metropoli. L’Orda, sempre a seguito dell’influenza dei popoli assoggettati adotta la religione islamica abbandonando le originali credenze animistiche dei mongoli.

La politica dell’Orda verso la Rutenia (Russia)

La politica dell’Orda verso la Rutenia (nome dato alle regioni dell’Europa orientale abitate da popolazioni slave e di origine vichinga -Rus’ di Kiev-. ) fu di costante cambiamento di alleanze in modo da mantenerla debole e frammentata. Nel XIV secolo la sollevazione della Lituania nel nord est dell’Europa sfidò il controllo dei Tartari sulla Rutenia. In risposta a ciò il Khan iniziò ad appoggiare Mosca nel ruolo di leader della Rutenia. A Ivan I[1] fu riconosciuto il titolo di Gran Principe e l’incarico di raccogliere i tributi, dovuti all’Orda, tra gli altri principi della Rutenia.

Il disgregamento dell’Orda

Nel 1357 il Khan Ganī Bek venne assassinato e l’impero cadde in preda ad una lunga guerra civile in cui ogni nuovo Khan non riusciva a mantenere il suo titolo per più di un anno. In questo periodo Dmitrij Donskoj di Mosca tentò di liberarsi del giogo dei Tartari.

Mamai, un generale tartaro che aspirava al trono, tentò di rinsaldare l’autorità del suo popolo sulla Rutenia ma il suo esercito fu sconfitto nella battaglia di Kulikovo, che fu la prima vittoria ruthena sui Tartari. Poco dopo Mamai scomparve dalla scena e Toktamish, un autentico discendente di Genghis Khan, ricostruì il potere dell’Orda e nel 1382 saccheggiò Mosca come ritorsione per la sua insubordinazione.

Nel 1440 l’Orda fu nuovamente sconvolta dalla guerra civile. Dall’originale impero si erano ormai formati differenti khanati autonomi: il Khanato di Siberia, di Kazan’, di Astrachan’, di Qasim, di Crimea e di Nogai. Nessuno di questi nuovi Stati fu in grado di reggere il confronto con la Moscovia che quindi si liberò definitivamente del controllo mongolo intorno al 1480.

La sorte dei vari khanati fu quella di essere, prima o poi, annessi dalla Russia. Sia Kazan’ che Astrachan’ furono conquistate da Ivan IV, detto Il Terribile, che, dopo queste annessioni, rinominò il suo Stato “Russia” nel 1550. Entro la fine dello stesso secolo anche il Khanato di Siberia subì la stessa sorte. Il Khanato di Crimea, grazie alla sua alleanza con l’Impero ottomano, riuscì a mantenere la sua indipendenza dalla Russia fino al regno di Caterina II nella seconda metà del XVIII secolo.

Lista del Khanato

L’epico patriarca da cui discende idealmente il potere viene individuato in Genghis Khan, dal quale i Khan reclamano l’investitura più o meno in linea diretta;

  • 1 Batu Khan
  • 2 Sartak
  • 3 Ulakci
  • 4 Berke
  • 5 Mengu Temur
  • 6 Tuda Mengu
  • 7 Talabuga
  • 8 Tokta
  • 9 Uz Bek
  • 10 Tini Bek
  • 11 Ganī Bek
  • 12 Birde Bek
  • 13 Qulpa 1359-1360
  • 14 Mamai
  • 15 Toktamish 1380-1394
  • 16 Temur Kutlug 1394-1400
  • 17 Shadi Bek 1400-1407
  • 18 Pulad Khan 1407-1412
  • 19 Jalal Al Din 1412-1413
  • 20 Karim Birdi 1413-1414
  • 21 Kebek Khan 1414-1417
  • 22 Jabbar Birdi 1417-1419
  • 23 Ulugh Muhammad 1419-1420 (m. 1434)
  • 24 Devlat Birdi 1420-1421
  • 25 Barak Khan 1421-1428
  • 26 Ulugh Muhammad 1428-1434
  • 27 Sayyd Ahmad I 1434-1436
  • 28 Kuchuk Muhammad 1436-1459 (m. 1466)
  • 29 Mahmud Khan 1459-1466
  • 30 Ahmad Khan 1466-1481
  • 31 Sayyd Ahmad II 1481-1502

Note

  1. ^ Ivan I Danilovič Kalita (1288 – Mosca, 31 marzo 1340), sovrano russo, Principe di Mosca (dal 1325), Gran Principe di Vladimir (dal 1328), figlio di Danil Aleksandrovič (Principe di Mosca).

Bibliografia

  • Boris Dmitrevič Grekov e Aleksandr Jurevič Jakubovski, L’Orda d’Oro. Roma: Editori Riuniti, 1957
  • (RU) German Fedorov-Davydov, Религия и верования в городах Золотой Орды..


Categorie:E14.01- Russia antica e pre-moderna

Tag:

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.