Solidi archimedei- Poliedri semiregolari

Cuboctahedron

Solidi archimedei- Poliedri semiregolari

In geometria, un solido archimedeo o semiregolare è un poliedro convesso le cui facce sono costituite da due o più tipi di poligoni regolari e i cui vertici sono omogenei. Si richiede inoltre che il poliedro non sia un prisma o un antiprisma. I solidi archimedei sono 13, e si differenziano dai solidi platonici (o regolari), aventi anche le facce omogenee, e dai solidi di Johnson, i cui vertici non sono omogenei.

Un solido archimedeo o semiregolare è un poliedro convesso che soddisfa le proprietà seguenti:

  1. Le sue facce sono poligoni regolari.
  2. I vertici sono omogenei: cioè, per ogni coppia di questi esiste una simmetria del solido che sposta il primo nel secondo.
  3. Il solido non è un solido platonico, né un prisma, né un antiprisma.

Un solido archimedeo ha almeno due tipi di facce distinte: i solidi che soddisfano le prime due ipotesi e che hanno solo un tipo di faccia sono proprio i solidi platonici (o regolari). I solidi archimedei sono quindi in un certo senso i solidi più “regolari” dopo quelli platonici (da cui la dicitura “semiregolare”).

Prismi e antiprismi non sono tradizionalmente ritenuti archimedei, benché soddisfino le prime due ipotesi. Prismi e antiprismi si differenziano qualitativamente dai solidi archimedei per due fattori:

  1. Prismi e antiprismi formano due famiglie infinite di solidi, mentre i solidi archimedei sono in numero finito (13)
  2. Prismi e antiprismi ammettono “poche” simmetrie (il loro gruppo di simmetria è il gruppo diedrale, un gruppo “più semplice” dei gruppi di simmetria dei solidi archimedei).

I solidi archimedei traggono il loro nome da Archimede, che li ha trattati in un’opera ora perduta. Durante il Rinascimento vari artisti matematici, nella valorizzazione delle pure forme hanno riscoperto tutti questi poliedri ricchi di simmetrie. Questa ricerca è stata completata intorno al 1619 da Keplero, che ha ridefinito prismi, antiprismi e due dei poliedri regolari non convessi ora chiamati solidi di Keplero-Poinsot.

Proprietà

Vertici

Poiché i vertici sono omogenei, questi sono tutti uguali. Più precisamente, le cuspidi intorno ai vertici sono tutte identiche (sono ottenibili una dall’altra tramite rotazione).

Spigoli

Gli spigoli di un poliedro archimedeo hanno tutti la stessa lunghezza: questo è dovuto al fatto che le facce sono tutti poligoni regolari. La lunghezza a di uno spigolo è quindi un parametro che determina la grandezza globale del poliedro: variazioni di a trasformano il poliedro tramite similitudine. Conseguentemente, volume e area di superficie di un poliedro archimedeo sono calcolati in funzione di a.

Classificazione

Vi sono 13 solidi archimedei, due dei quali sono chirali, non sono cioè equivalenti alla loro immagine riflessa: per questo motivo, in alcuni contesti questi poliedri sono contati due volte e si parla di 15 solidi archimedei.

Nella tabella che segue per incidenza dei vertici si intende la sequenza dei numeri degli spigoli che caratterizzano i poligoni regolari che incidono in ogni vertice. Ad esempio, l’incidenza (4,6,8) significa che in ogni vertice incidono un quadrato, un esagono e un ottagono; una tale sequenza viene precisata procedendo intorno al vertice in verso orario.

Il gruppo di simmetria del solido Oh, Ih e Td è rispettivamente il gruppo di simmetria dell’ottaedro, icosaedro e tetraedro. I gruppi O ed I sono i sottogruppi rispettivamente di Oh e Ih formati dalle simmetrie che preservano l’orientazione.

Nome Immagine Facce Spigoli Vertici Incidenza dei vertici Gruppo di simmetria
cubottaedro Cuboctahedron  14 8 triangoli
6 quadrati
24 12 3,4,3,4 Oh
icosidodecaedro Icosidodecahedron 32 20 triangoli
12 pentagoni
60 30 3,5,3,5 Ih
tetraedro troncato Truncated tetrahedron 8 4 triangoli
4 esagoni
18 12 3,6,6 Td
cubo troncato
(o esaedro troncato)
Truncated hexahedron 14 8 triangoli
6 ottagoni
36 24 3,8,8 Oh
ottaedro troncato Truncated octahedron 14 6 quadrati
8 esagoni
36 24 4,6,6 Oh
dodecaedro troncato Truncated dodecahedron 32 20 triangoli
12 decagoni
90 60 3,10,10 Ih
icosaedro troncato
(o pallone da calcio)
Truncated icosahedron 32 12 pentagoni
20 esagoni
90 60 5,6,6 Ih
rombicubottaedro
(o piccolo rombicubottaedro)
Rhombicuboctahedron 26 8 triangoli
18 quadrati
48 24 3,4,4,4 Oh
cubottaedro troncato
(o grande rombicubottaedro)
Truncated cuboctahedron 26 12 quadrati
8 esagoni
6 ottagoni
72 48 4,6,8 Oh
rombicosidodecaedro
(o piccolo rombicosidodecaedro)
Rhombicosidodecahedron 62 20 triangoli
30 quadrati
12 pentagoni
120 60 3,4,5,4 Ih
icosidodecaedro troncato
(o grande rombicosidodecaedro)
Truncated icosidodecahedron 62 30 quadrati
20 esagoni
12 decagoni
180 120 4,6,10 Ih
cubo camuso
(o cubottaedro camuso)
2 forme chirali
Snub hexahedron (Ccw)Snub hexahedron (Cw) 38 32 triangoli
6 quadrati
60 24 3,3,3,3,4 O
dodecaedro camuso
(o icosidodecaedro camuso)
2 forme chirali
Snub dodecahedron (Ccw)Snub dodecahedron (Cw) 92 80 triangoli
12 pentagoni
150 60 3,3,3,3,5 I

Poliedri quasi regolari

I primi due poliedri, cubottaedro ed icosidodecaedro, hanno (oltre ai vertici) anche gli spigoli omogenei: per ogni coppia di spigoli esiste una simmetria del poliedro che sposta il primo nel secondo. Poliedri con questa proprietà sono chiamati quasiregolari (da non confondere con semiregolari, sinonimo di archimedeo).

Poliedri chirali

Gli ultimi due, il cubo camuso e il dodecaedro camuso sono poliedri chirali, poliedri che non sono equivalenti alla loro immagine riflessa. Questi presentano quindi due forme, levomorfa e destromorfa, che (come le mani) si trasformano l’una nell’altra se sottoposte a una riflessione rispetto ad un piano.

Poliedri duali

I poliedri duali dei solidi archimedei sono chiamati solidi di Catalan. La relazione di dualità scambia i ruoli di vertici e facce: poiché i poliedri archimedei hanno i vertici omogenei (ma non le facce), quelli di Catalan hanno le facce omogenee (ma non i vertici).

Bibliografia

  • Henry Martin Cundy & A. P. Rollett, I modelli matematici, Milano, Feltrinelli, 1974.
  • Maria Dedò, Forme, simmetria e topologia, Bologna, Decibel & Zanichelli, 1999. 
  • L. Berzolari, G. Vivanti, D. Gigli (a cura di), Enciclopedia delle Matematiche elementari, Milano, Ulrico Hoepli, 1979.

Fonte: Wikipedia

 


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